Con "time porosity" o "spill over" la letteratura giuslavoristica e manageriale si riferisce al fenomeno dell’invasione delle attività lavorative nel tempo della vita privata. Il fenomeno è dovuto principalmente alla maggiore disponibilità di una connessione a internet e agli smartphone, così come alle modalità organizzative flessibili (come lo smart working).
Dal 2017 le aziende francesi sono costrette a disciplinare i tempi e modi con i quali i dipendenti dovranno rispondere alle richieste al di fuori dell'orario di lavoro. La recente riforma del lavoro (Loi Travail), prevede infatti un "diritto alla disconnessione" per i dipendenti, fissando il principio della non reperibilità. I precedenti La legge francese in parte "insegue" una riflessione portata avanti negli ultimi anni da diverse multinazionali in modo autonomo: la necessità di rispettare il riposo dei propri manager o quadri, adottando codici di autoregolazione per le singole direzioni aziendali. Alcune grandi aziende come la compagnia elettrica Areva o quella di assicurazioni Axa, hanno già stabilito dei limiti ai messaggi fuori orario. In Deutsche Telekom nessun dipendente è più costretto a leggere la posta elettronica fuori dagli orari di ufficio. Sempre in Germania Volkswagen spegne i server mezz'ora dopo la fine dei turni e li riaccende trenta minuti prima dell’inizio.
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Il cuneo fiscale (cuneo contributivo) è la differenza tra l'onere del costo del lavoro sostenuto dalle imprese e la retribuzione netta percepita dal lavoratore. Il cuneo fiscale può essere definito anche come la somma tra le trattenute al lavoratore e gli oneri a carico dell’azienda.
Nel dettaglio, la differenza tra costo del lavoro e retribuzione percepita, è dovuta ai versamenti al fisco e agli enti previdenziali e pensionistici (INAIL, INPDAP, INPS, oggi Super INPS) tramite le imposte contributive. Incidenza percentuale Un modo per misurare l’incidenza del cuneo fiscale è di considerare il suo peso in percentuale sul costo totale del lavoro. Si parla quindi di incidenza percentuale del prelievo contributivo e fiscale sul costo del lavoro. Il termine flexicurity (flessicurezza) fu utilizzato per la prima volta negli anni '90 dal Primo Ministro della Danimarca Poul Nyrup Rasmussen.
Il termine fa riferimento a un sistema in cui sono presenti queste tre condizioni (golden triangle):
La Legge 68/99 promuove l'inserimento e l'integrazione lavorativa per cinque categorie di cittadini disabili (in età lavorativa):
Le aziende, per partecipare a gare di appalto, sono obbligate ad attestare di essere in regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili. Anche in Italia le aziende pubbliche e private hanno cominciato a regolamentare l'accesso ai social network e in particolare a Facebook.
Da un punto di vista legale, il datore di lavoro può disciplinare l'utilizzo dei social media e di altri strumenti di comunicazione (IM, chat, ecc.) che non sono indispensabili per l'attività lavorativa. Tuttavia, se un'azienda ha nella visibilità e nella comunicazione un suo punto di forza, può risultare controproducente limitare la libertà dei propri dipendenti. Per gli addetti alle Risorse Umane e per i lavoratori può essere molto utile ottenere i testi integrali dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL) da fonti ufficiali.
La possibilità di consultare il CCNL di una determinata categoria, consente alla funzione HR di evitare possibili errori e di ridurre i contenziosi con i lavoratori e i sindacati; ai lavoratori di controllare se l'azienda rispetta quanto previsto dal contratto collettivo applicato in azienda. Nei Contratti Collettivi è possibile trovare informazioni su:
Wikilabour Italia è un Dizionario dei diritti dei lavoratori con lo scopo di coniugare necessità divulgative e approfondimento tecnico in funzione dei diversi interlocutori. Si tratta di una iniziativa il cui obiettivo non è dare informazioni in senso astratto o generico, quanto fornire un quadro interpretativo e di orientamento caratterizzato dal punto di vista dei lavoratori. [...] |
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