David McClelland (1917-1998) ha conseguito un dottorato in psicologia a Yale nel 1941 ed è principalmente conosciuto per il suo lavoro sulla motivazione al successo. E' stato il pioniere del pensiero motivazionale sul posto di lavoro, sviluppando teorie e modelli per promuovere metodi di valutazione dei dipendenti e sostenendo l'utilità della valutazione delle competenze e dei test "situazionali" in alternativa ai test IQ e di personalità. Le sue idee sono state ampiamente adottate in molte organizzazioni e hanno una stretta relazione con la teoria dei fattori igienici e motivanti di Frederick Herzberg. McClelland parte dal presupposto che la nostra motivazione lavorativa dipenda dal bisogno di riuscire (need) che si realizza attraverso:
McClelland sostiene che un forte N-Affil mina l'obiettività decisionale di un manager, a causa della necessità di essere ben voluto. Un forte N-Pow produrrà invece un forte impegno per l'organizzazione. Il leader avrà un ruolo di attrazione sui collaboratori ma non riuscirà a prestare attenzione alle competenze delle persone. McClelland, infine, afferma che il N-Ach distingue le persone più adatte al ruolo di leader, anche se ci può essere una tendenza a chiedere troppo al proprio personale nella convinzione che siano tutti orientati al raggiungimento di obiettivi ambiziosi. Gli individui che esprimono esigenze di alte prestazioni e di qualità hanno la necessità di ricevere un feedback sul loro operato e si assumono la responsabilità di risolvere i problemi sul lavoro. McClelland paragona questi soggetti ai giocatori d'azzardo perché accettano deliberatamente di correre dei rischi per raggiungere gli ambiziosi obiettivi prefissati. Tali individui, infine, cercano modi innovativi per svolgere il proprio lavoro. Per approfondimenti: Gestione Risorse Umane
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