Facebook a breve offrirà un servizio dedicato alla vita professionale. L'azienda ha infatti annunciato che, grazie alla collaborazione con un gruppo di partner pilota, è entrata in fase di test “Facebook at Work” (FB@Work). L’app è scaricabile sugli app store di Apple iOS e Android. Facebook at Work è un ambiente social completamente separato dal “normale” Facebook e offre agli impiegati la possibilità di connettersi e collaborare attraverso l'utilizzo degli strumenti Facebook (già noti e utilizzati come le News Feed, i Gruppi, i messaggi privati e l’organizzazione di eventi) e con una interfaccia grafica simile. Le informazioni su Facebook at Work sono protette, completamente separate da quelle del proprio Profilo Facebook personale e accessibili solamente ai collaboratori dell’azienda. Facebook lancia quindi la sfida ai competitor (grandi e piccoli) che oggi offrono alle aziende intranet e social network. L’ambizione di Facebook è dunque quella di entrare anche nella vita lavorativa dei suoi utenti sfruttando gli strumenti che ha già in casa. Per rendere meglio l’idea, Facebook at Work non è un servizio in concorrenza con LinkedIn. Facebook in realtà entra in competizione con colossi come Microsoft, Google e IBM che già offrono strumenti aziendali per la condivisione del know-how e per la gestione delle comunicazioni e con software house specializzate nel settore degli Enterprise Social Network come Yammer e Zyncro. Molto probabilmente, stando alle prime indiscrezioni circolate, questo tipo di servizio sarà a pagamento, a differenza di Facebook (gratuito e sostenuto dalla pubblicità) ma prevederà la possibilità di pagare meno in cambio della presenza di ads.
Particolarità sulla gestione degli utenti Nel momento in cui un’azienda decide di adottare Facebook at Work, ha la possibilità di creare nuovi utenti per i propri dipendenti. Tuttavia, il personale può decidere di collegare l’account aziendale a quello personale per poter passare rapidamente dalla sfera privata a quella professionale e viceversa. Questo tipo di integrazione pone una serie di problemi sulla gestione della privacy: i dati dei profili integrati a chi appartengono? Al dipendente, all’azienda o a Facebook? Inoltre, se da un lato questa opportunità può favorire l’utilizzo degli strumenti di condivisione della conoscenza che ad oggi trova molte resistenze da parte dei dipendenti, dall’altro quante aziende saranno disponibili ad aprire all’utilizzo di Facebook? Infine, Facebook riuscirà a presentarsi alle aziende non come un nemico ma con un valido fornitore di soluzioni enterprise? Nei prossimi mesi potremo sicuramente avere maggiori certezze sulle funzionalità di Facebook at Work. Per approfondimenti: Gestione Risorse Umane Formazione I commenti sono chiusi.
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